Peña (Fip): in Italia rete farmacie professionale ed efficiente
04/02/2016 00:10:02
Il dibattito sulla deregulation dei farmaci con ricetta? Si fa fatica a capirne i motivi dato che l’Italia dispone di una rete di farmacie professionale ed efficiente, grazie alla quale i bisogni della popolazione vengono adeguatamente soddisfatti anche negli angoli più remoti del Paese. La distribuzione diretta come strumento di risparmio sulla spesa farmaceutica? Sbagliata, perché le farmacie non sono il problema ma la soluzione, e dovrebbero essere sfruttate ancora più a fondo per migliorare efficacia e sostenibilità delle cure. Per Carmen Peña, presidente della Fip, l’Italia dovrebbe rivedere alcune delle sue scelte in materia di politica farmaceutica. E archiviare definitivamente ogni ipotesi di liberalizzazione della fascia C, come la stessa Fip aveva già scritto a metà gennaio in una lettera inviata al premier, Matteo Renzi, e alle presidenze di Camera e Senato.
Presidente Peña, nel suo intervento la Fip osserva che soltanto in cinque Paesi su più di 70 i farmaci con ricetta possono essere venduti in altri canali del retail. Si conferma, in sostanza, che nei Paesi avanzati il binomio “farmacia-farmacista” è considerato uno strumento di tutela per la salute pubblica, anche in quegli Stati – come Usa o Uk – dove comunque la farmacia non è esclusa dalle regole del libero mercato. Qual è al riguardo il suo parere come presidente della Fip?
Alcuni Paesi, come i cinque che lei menziona, hanno deregolamentato la vendita dell’etico per la penuria di laureati in Farmacia oppure per la carenza di farmacie sul territorio. Davanti a tali realtà, le autorità sanitarie devono assumere scelte votate al pragmatismo per assicurare l’accesso al farmaco a tutta la popolazione, ma fortunatamente questo non è il caso dell’Italia. Noi siamo fermamente convinti che il binomio farmacista-farmacia rappresenta la formula più appropriata, sicura ed efficace per garantire accesso e uso responsabile di tutti i farmaci all’intera popolazione. Le farmacie non solo garantiscono un accesso sicuro, adeguato e veloce a farmaci di qualità, ma sono anche lo sportello dal quale il paziente può accedere al Sistema sanitario, contribuendo così alla sua efficienza e sostenibilità.
In aggiunta, va ricordato che solo le farmacie del territorio sono tenute per legge a raccogliere, elaborare e trasmettere alle autorità sanitarie dati aggregati sui consumi di farmaci (con e senza ricetta). Si tratta di un importante contributo alla conoscenza che può essere sfruttato da decisori e prescrittori per il governo della spesa farmaceutica, promuovere l’uso responsabile dei farmaci e costruire un efficace Sistema di farmacovigilanza.
Nella sua lettera, la Fip ricorda che nella distribuzione dei farmaci con ricetta non conta soltanto la presenza del professionista (il farmacista) ma anche la disponibilità un luogo riservato e attrezzato per erogare servizi, cioè la farmacia. Quest’ultimo tema – i servizi e la pharmaceutical care – sono di attualità soltanto nei Paesi occidentali, oppure risultano rilevanti a livello globale?
Il reale valore aggiunto delle farmacie aperte al pubblico non discende soltanto dalle capacità professionali dei farmacisti che ci lavorano, ma anche dalla stessa infrastruttura per quanto eroga in termini di informazioni sui medicinali, privacy, assenza di conflitti d’interesse, disponibilità di tutta la gamma di farmaci disponibili. Le autorità sanitarie, piuttosto che indebolire e mettere a repentaglio questo modello, dovrebbero fare un uso ancora migliore delle sue potenzialità e apprezzare la competenza, l’alta reputazione e le dotazioni infrastrutturali delle farmacie del territorio. La considerazione vale per tutti i Paesi: nel difficile contesto che caratterizza molte aree in via di sviluppo, i nostri colleghi farmacisti si impegnano ogni giorno per applicare nelle loro farmacie le pratiche di buona dispensazione e per offrire alla comunità il miglior servizio possibile. Anche nei Paesi avanzati l’uso inappropriato dei farmaci (non compliance, problemi legati all’assunzione di farmaci, cattiva gestione dei “polimedicati”) è causa consistente di sprechi e peggioramenti nella qualità della vita di molti malati. Per tali ragioni il farmacista di farmacia sta diventando una figura sempre più importante non solo come dispensatore e molti governi hanno iniziato a riconoscerlo.
Un’altra importante considerazione riguarda il fatto che i farmaci dovrebbero essere presi quando necessari e non più del necessario. Il legittimo obiettivo che persegue ogni impresa commerciale è quello di accrescere le proprie vendite, ma la logica del mercato non può essere applicata alla salute e al farmaco.
In Italia i costi dei farmaci innovativi sono causa di forte preoccupazione per il sistema sanitario, che da tempo cerca di ridurre i costi restringendo la distribuzione di tali prodotti ai soli ospedali. Dal suo osservatorio internazionale, quanto sono diffuse negli altri paesi politiche di questo genere, e quanti stati – invece – si affidano alle farmacie di comunità per contenere o governare la spesa farmaceutica?
Quando l’obiettivo è ottimizzare la gestione di un budget sanitario limitato, ci si dovrebbe rendere conto che le farmacie e I servizi offerti dai farmacisti sono parte della soluzione, non del problema. I farmacisti ospedalieri assicurano un contributo importante nell’ambito dei team clinici per assicurare l’uso ottimale dei farmaci, ma quando si parla di farmaci destinati alla somministrazione sul territorio, la dispensazione in farmacia consente di accrescere l’accessibilità ai trattamenti e fornire un follow up focalizzato sul paziente.
Una ricerca condotta nel 2015 dalla Fip mostrava che nella maggioranza dei Paesi (64%) la distribuzione di farmaci per il trattamento dell’Hiv, dell’epatite C o di malattie oncologiche passa tanto per l’ospedale quanto per le farmacie del territorio. I farmaci per l’Hiv, in particolare, possono essere ritirati in Farmacia nel 63% dei Paesi considerati dalla ricerca, epatite C e alcuni farmaci oncologici nell’80%. Questo significa che una larga maggioranza di governo ha riconosciuto che le farmacie sono attrezzate e ben distribuite sul territorio per assicurare un efficiente ed efficace (in rapporto ai costi) accesso a parecchi farmaci innovativi e ad alto costo.
La spesa farmaceutica pubblica è un investimento sulla salute, l’inappropriatezza o il consumo non ottimale di medicinali non solo compromette l’esito delle cure e la qualità di vita dei pazienti, ma genera anche ampi sprechi di risorse pubbliche. L’Italia dispone di una professionale ed efficiente rete di farmacie del territorio e le potenzialità di questo prezioso tassello del Sistema sanitario andrebbero esplorate ulteriormente per assicurarsi risultati sanitari e risparmi economici ancora maggiori, in quanto le farmacie sono un bene inestimabile sia per il servizio sanitario che per la società tutta.