Cresce, in Italia, il consumo di antidepressivi: +1,6% nel 2016 rispetto all’anno precedente, cui però corrisponde una contrazione dell’8,2% della spesa a causa delle genericazioni, che hanno spinto i prezzi verso il basso. E’ la fotografia scattata da QuintilesIms Italia, società leader globale nell’offerta integrata di informazioni e tecnologia per il mondo della salute, per accompagnare l’edizione 2017 della Giornata mondiale della salute, in programma oggi e dedicata alla depressione. Nel nostro Paese, dicono i dati, sono stati venduti nel 2016 farmaci per il tono dell’umore per oltre 1,1 miliardi di unità standard (fiale e compresse), che hanno generato una spesa di oltre 262 milioni di euro. I consumi si concentrano soprattutto al Nord: la Liguria guida la classifica con 24 unità standard giornaliere per abitante (a

fronte di una media nazionale di 18,6), seguono Emilia-Romagna con 21 e Piemonte con 20 dosi procapite. Al Sud svetta la Calabria con 16 unità, seguita a pari merito da Basilicata e Sicilia (13). Chiude la Campania, con un consumo pari a 12 dosi per abitante.
Nonostante l’incremento sull’anno, l’Italia rimane in Europa uno dei paesi dove si consumano meno antidepressivi: nel Regno Unito si consumano 50 dosi procapite al giorno, in Spagna 31,8, in Francia 26,6. E le distanze sembrano destinate ad allargarsi: se nel nostro Paese i consumi 2016 sono cresciuti dell’1,6%, in Uk l’incremento è stato del 5,6%, in Spagna del 2,9%, in Germania dell’1,9%. Risultato, nei cinque Paesi europei dal mercato farmaceutico più sviluppato, il segmento degli antidepressivi vale 1,8 miliardi di euro (realizzo industria). (AS)