Un mondo spesso preda delle fake news. Così
Silvia Nencioni, amministratore delegato di Boiron,
intervenendo negli studi di Federfarma Channel parla dell’omeopatia. Nencioni nel corso dell’intervista ha sottolineato l’importante appoggio avuto da Federfarma, durante l’ultima edizione di FarmacistaPiù, contro le fake news in sanità e in particolare sui farmaci omeopatici “Gli attacchi all’omeopatia hanno sempre una connotazione ideologica e pregiudiziale contro la quale noi lavoriamo quotidianamente proprio non perdendo di vista il valore della comunicazione, e questa connotazione - prosegue Nencioni - è figlia della logica, che ad esempio, fa erroneamente credere che gli omeopatici non siano farmaci, e non possano essere venduti in farmacia”.
“Niente di più sbagliato”, dice l’ad Boiron, “lo sono da più di venti anni grazie ad un decreto legislativo del ‘95 e in quanto tali vendibili sotto il presidio del farmacista”. Oltre a ciò molti degli omeopatici sono sottoposti a un processo di registrazione, iniziato un paio di anni fa e seguito dall’Agenzia del Farmaco così come avviene per tutti i medicinali. Insomma, di notizie errate o incomplete ce ne sono tante, perché di ricerca scientifica nel settore omeopatico ce n’è a differenza di quanto spesso si creda, “non è esaustiva, ma il lavoro di ricerca anche clinica esiste ed è consultabile sulle banche mediche biomedicali”.
Anche la mancanza del foglietto illustrativo all’interno, caso unico per l’Italia visto che nel resto d’Europa i farmaci omeopatici hanno al loro interno la posologia e il metodo di utilizzo, “è il risultato della mancata ricezione di una direttiva europea. Noi, peraltro, ovviamo fornendo la posologia e le indicazioni terapeutiche agli operatori sanitari, previa notifica presso l’Aifa”. Insomma, la limitazione della comunicazione riguarda unicamente il paziente finale, “ecco perché allora il ruolo del farmacista diventa primario, tenendo sempre conto che lo stesso cittadino quando entra in farmacia sa che di fronte avrà un operatore competente”.
“Peraltro”, puntualizza ancora l’Ad di Boiron, “nel codice deontologico del farmacista è scritto chiaramente che il farmacista è tenuto ad estendere la propria conoscenza anche alle medicine non convenzionali e in particolare all’omeopatia”. E a questo aspetto che riguarda “il dovere professionale” si affianca anche “l’opportunità per il farmacista di consigliare farmaci totalmente sicuri perché non hanno interazioni con altri medicinali”, conclude ancora l’ad Nencioni. L’omeopatia quindi può essere alleata della medicina “tradizionale”? “Assolutamente sì, ma la chiave di tutto è nel ribaltare il punto di vista ritenendo la medicina come una sola, e utilizzando l’omeopatia in maniera esclusiva o complementare”.