“Nella riorganizzazione della sanità pubblica è indubbio che integrare le farmacie nel sistema di cure primarie, come peraltro già previsto dalla farmacia dei servizi, è assolutamente indispensabile e auspicabile”. A parlare a Filodiretto è il presidente della Fondazione Gimbe,
Nino Cartabellotta, commentando l’ultimo Report sul definanziamento 2010-2019 del Servizio Sanitario Nazionale, che documenta come il 50% degli oltre € 37 miliardi sottratti alla sanità pubblica negli ultimi 10 anni siano stati “scippati” al personale dipendente e convenzionato.
“Nell’ultimo decennio – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – tutti i Governi hanno contribuito a sgretolare il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), la maestosa opera pubblica costruita per tutelare la salute delle persone”.
Il Report GIMBE analizza entità e trend del definanziamento del Ssn, traccia le prospettive a medio termine tenendo conto delle risorse assegnate dalla Legge di Bilancio 2019 e delle previsioni del DEF 2019, analizza le ragioni della mancata stipula del Patto per la Salute che rischia di compromettere le risorse aggiuntive 2020-2021 e illustra la posizione dell’Italia rispetto ai paesi dell’OCSE e del G7 in termini di spesa sanitaria. Dal report emerge l’imponenza del definanziamento pubblico 2010-2019, “visto che tutti i Governi per fronteggiare le emergenze finanziarie del Paese hanno ridotto la spesa sanitaria, di fatto il capitolo di spesa pubblica più facilmente aggredibile”.
In questo nuovo modello di Ssn anche le farmacie possono fare la loro parte. “I farmacisti – spiega ancora Cartabellotta a Filodiretto – devono orientarsi sempre di più sui servizi e sulla presa in carico del paziente e meno sull’aspetto più commerciale della professione, contribuendo ad una sempre minore medicalizzazione della società”.
Se tutte le forze politiche del nuovo Esecutivo dichiarano in maniera convergente di voler difendere la sanità pubblica – si legge nel comunicato Gimbe a margine del Report – “devono prendere atto che il tempo è ormai scaduto: le parole non sono più sufficienti, ma servono azioni concrete in tempi rapidi”.
Rossella Gemma