«A marzo, l'Italia e la Spagna erano l'epicentro della pandemia di Covid-19. Al culmine della loro epidemia, la Spagna registrava quasi 10.000 casi al giorno e l'Italia più di 6.500. Entrambi i paesi hanno riportato la situazione sotto controllo con una combinazione di leadership, umiltà, partecipazione attiva di ogni membro della società e un approccio globale. Entrambi i paesi hanno affrontato una situazione scoraggiante, ma l'hanno capovolta». Ad ergere come esempi il nostro Paese e quello iberico è il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms),
Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra. Nel corso dell’appuntamento con i giornalisti, si è parlato anche del virus dell'influenza potenzialmente pandemico scoperto in Cina.
Mike Ryan, capo del programma per le emergenze sanitarie dell’Oms, ha rassicurato sul fatto che non si tratta di «un nuovo virus, ma è sotto sorveglianza dal 2011, grazie a quanto osservato dalla rete globale sull'influenza». In merito alla pubblicazione che parla del virus, Ryan ammette: «è recente, ma - precisa - è frutto proprio delle osservazioni e dei dati raccolti dalla rete di sorveglianza globale sull'influenza in questi anni e mostra l'importanza vitale di questo sistema, che tiene sotto costante controllo molti virus con potenziale pandemico, un controllo che proseguirà nel tempo».
Il dg dell’Oms parla poi di numeri: «Più di 10,3 milioni di casi di Covid-19 e oltre 506.000 morti sono stati segnalati all'Oms. Il 60% di tutti i casi finora è stato registrato solo nell'ultimo mese. Nell'ultima settimana, il numero di nuovi casi ha superato i 160.000 in ogni singolo giorno. Non ci stancheremo mai di dire che il modo migliore per uscire da questa pandemia è – dichiara Tedros Adhanom Ghebreyesus - adottare un approccio globale: la ricerca dei casi da sola non funziona, il distanziamento fisico da solo non funziona, le mascherine da sole non funzionano, il contact tracing da solo non funziona, bisogna usare tutti questi strumenti insieme». Aggiunge: «Siamo preoccupati per il fatto che alcuni paesi non abbiano utilizzato tutti gli strumenti a loro disposizione, adottando invece un approccio frammentato. Questi paesi hanno davanti a loro una strada lunga e difficile. Gli Stati che dispongono di sistemi per applicare un approccio globale dovrebbero essere in grado di contenere le riacutizzazioni a livello locale ed evitare di reintrodurre restrizioni diffuse».
Parlando dei comportamenti da adottare contro il coronavirus, il capo del programma per le emergenze sanitarie dell'Oms spiega: «È il nostro comportamento che faciliterà o mitigherà i contagi, ognuno deve badare al proprio destino, siamo in grado di gestire i rischi e lo facciamo ogni giorno nella nostra vita: quando voliamo, quando decidiamo se sottoporci a un'operazione o meno, per natura come uomini siamo 'risk manager', siamo abbastanza intelligenti per questo. Ma abbiamo bisogno delle giuste informazioni per prendere le giuste decisioni». Ryan conclude: «È una decisione personale come comportarci di fronte al rischio di infezione - ribadisce - i governi devono dare tutte le informazioni ma poi sono le persone che scelgono. Per fare scelte giuste, bisogna assicurarsi che tutti abbiano accesso a informazioni corrette».