Cala il consumo di antibiotici in Europa, tuttavia il decremento non è accompagnato da un calo consistente dell'antimicrobico resistenza, ovvero della diffusione di patogeni in grado di resistere agli antibiotici stessi. A lanciare il nuovo allerta è il rapporto "Resistenza antimicrobica nell'UE/EEA. A One Health Response", realizzato da Centro Europeo per il controllo delle malattie (ECDC), Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD).
Nonostante la riduzione del consumo di antibiotici ad uso umano, aumenta il consumo degli antibiotici ad ampio spettro. Progressi, invece, sono stati registrati nella produzione alimentare: gli sforzi per ridurre l'uso degli antibiotici negli animali da allevamento hanno portato a una diminuzione del 43% tra il 2011 e il 2020 in 25 paesi, anche se con variazioni regionali. Tra il 2014 e il 2020, nell'UE e spazio economico europeo, le percentuali di resistenza nei batteri non hanno mostrato grandi variazioni, e sono rimaste stabili ad eccezione di Enterococcus faecium per il quale la resistenza alla vancomicina è aumentata dal 9% nel 2014 al 17% nel 2020 e la Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi passata dall'8% nel 2014 al 10% nel 2020.
Il Rapporto raccomanda di monitorare l'attuazione dei piani d'azione nazionale, di continuare la sorveglianza integrata e incentivare maggiormente la ricerca su nuovi vaccini, antibiotici e test.