"Con Omicron si rischiano anche più casi di Long Covid. Unica difesa, la vaccinazione". È quanto afferma
Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e professore emerito di Humanitas University, in un'intervista al
Corriere della Sera. Il long Covid è un fenomeno destinato ad aumentare, lo indica uno studio inglese pubblicato sulla rivista
The Lancet. Secondo questa ricerca, chi è stato infettato con Delta ha una probabilità maggiore di andare incontro a Long Covid, ma Omicron è talmente più diffusa e contagiosa da far prevedere agli autori un notevole incremento della sindrome in termini assoluti.
In merito alla vaccinazione anti-Covid, “sebbene le indicazioni sul suo ruolo protettivo anche nei confronti del long Covid siano solide, circolano alcuni dubbi, instillati anche da una ricerca sui veterani americani che riconosce alla vaccinazione una protezione significativa ma limitata verso la sindrome. Questa ricerca - continua lo scienziato - ha però grandi limiti metodologici dal momento che ha incluso soltanto il 10% di donne nel campione, sebbene siano più suscettibili al problema, e ha preso in considerazione schemi di vaccinazione incompleti, cioè a base di una sola dose di vaccino con adenovirus o di due dosi con vaccino a mRna, quando è assodato che ne servono due del primo tipo e tre del secondo. Tant'è vero che dati israeliani, al contrario, dimostrano come il ciclo completo di vaccinazione eserciti un effetto protettivo anche nei casi in cui ci si reinfetti dopo vaccinazione o malattia, come sta capitando a moltissime persone con le nuove varianti".
"Se sul ruolo protettivo della vaccinazione restano pochi dubbi, bisogna però sottolineare, che molto rimane da capire sul long Covid", afferma Mantovani. "Alcuni progressi interessanti sono stati tuttavia compiuti nella comprensione dei fattori che ne possono essere all'origine. Se il primo è lo stato di salute generale di partenza di chi viene infettato ce ne sono altri che entrano in gioco”, come “la persistenza silente, per esempio nell'intestino o nel sistema nervoso, del virus, che può risvegliarsi e/o innescare reazioni immunitarie", conclude Mantovani.