
Il 18 novembre si celebra la Giornata Europea degli antibiotici, un'iniziativa di sanità pubblica, coordinata dagli ECDC, che cade nella settimana mondiale sull'uso consapevole degli antibiotici organizzata, in un'ottica One Health, da OMS, FAO, United Nations Environment Programme (UNEP) e Organizzazione Mondiale della sanità animale (OIE).
L'iniziativa si rivolge alla popolazione generale, ai professionisti sanitari, ai decisori politici e a coloro che lavorano nel settore agricolo e veterinario, per aumentare la conoscenza sul fenomeno dell'antibiotico-resistenza. Filodiretto ha intervistato Roberto Tobia, segretario di Federfarma, nonché presidente PGEU, per approfondire l'importanza di questa campagna e il ruolo che può avere il farmacista.
Dottor Tobia, perché è importante sensibilizzare sull'antibiotico-resistenza e qual è il ruolo del farmacista?
“I dati che ci vengono forniti dall’OMS sono dati che destano preoccupazione e allarme sia a livello nazionale che internazionale. I farmacisti e le farmacie italiani possono fare quello che già fanno tutti i giorni, cioè guidare i cittadini e i pazienti nella giusta applicazione, nel giusto consiglio relativo al corretto uso degli antibiotici in questo caso, ma dei farmaci in generale, soprattutto anche sulla prevenzione delle infezioni”
Un ruolo che rientra pienamente nella 'Farmacia dei servizi'?
“Si tratta di un compito, quello chiesto al farmacista, che viene peraltro dal nuovo PNCAR (Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza) relativo al triennio 2022-25 che adesso passa al vaglio delle Regioni dopo essere stato redatto dal Ministero della Salute. Quindi un compito istituzionale al quale le farmacie hanno risposto e continueranno a rispondere anche nel prossimo futuro.”
In Italia la situazione dell'antibiotico-resistenza è particolarmente allarmante?
“E’ vero, l’Italia insieme alla Grecia detiene il triste primato sull’antimicrobico-resistenza, proprio relativamente a un utilizzo indiscriminato o quantomeno sicuramente elevato di antibiotici rispetto alla media europea. Nel 2020 si è registrato un 18% in meno di utilizzo, un primo segnale di ripresa del nostro Paese rispetto alla media europea, ma dobbiamo lavorare sicuramente in team con l’ospedale, con i medici di medicina generale, attraverso le nostre farmacie, per far sì che ci sia una crescita culturale da parte dei nostri pazienti, affinché la consapevolezza dell’importanza dell’utilizzo di un antibiotico possa essere rafforzata attraverso il ruolo di questo team multidisciplinare.”