
«Senza l'apporto delle farmacie», durante la pandemia, «il sistema ospedaliero, già sotto pressione, non avrebbe retto». È il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, primo farmacista a ricoprire tale incarico, a parlare dell’evoluzione della farmacia durante il periodo Covid, in un’intervista rilasciata a Puntoeffe. «La normativa che ha dato origine alla farmacia dei servizi risale al 2009 e soltanto con l'emergenza pandemica, purtroppo, ha avuto una sua piena realizzazione. La rete delle farmacie, attraverso i tamponi, ha fatto fronte alle esigenze di tracciamento dei contatti e di verifica della non positività al virus per coloro che, superata la malattia, potevano così tornare alla vita normale», evidenzia Gemmato. La stessa importanza è stata assunta dalle farmacie anche sul fronte delle vaccinazioni, «ho sempre creduto in questa possibilità, tanto da essere il primo firmatario dell'emendamento che avrebbe poi condotto alla norma sui vaccini in farmacia. Anche qui – continua - la rete capillare delle farmacie ha integrato la campagna vaccinale avviata dal governo nei grandi hub, venendo incontro alle necessità di persone anziane o fragili che hanno trovato più semplice recarsi nei presidi territoriali che già conoscevano». Prima vaccini anti-Covid, poi antinfluenzali e Gemmato auspica che «quanto prima» in farmacia possa essere somministrato anche il vaccino per il papilloma virus.
Il sottosegretario si sofferma sul PNRR, esternando le sue perplessità circa l’utilità delle 1.350 case di comunità per il territorio, «pensare che possano rilanciare la sanità territoriale è un po' utopistico. Ognuna di esse avrebbe infatti un bacino di utenza di circa 40.000 cittadini e allora non si può parlare di cure di prossimità». Poi c'è un'altra questione, quella delle spese. «Il PNRR finanzia le infrastrutture ma non le spese ordinarie: chi se ne farà carico? Consideriamo che il ministero della Salute ha appena destinato 1,4 miliardi in più per le strutture esistenti, che devono fare fronte all'emergenza dei rincari energetici. E le nuove strutture come le sovvenzioniamo?», si chiede Gemmato. Dunque, «il PNRR non si può cambiare ma noi dobbiamo cercare di migliorarlo».
Altro tema affrontato da Gemmato è l’attuale problema delle carenze dei farmaci. «Il fenomeno delle indisponibilità di farmaci si verifica spesso in questo periodo, tra dicembre e gennaio. Questo però è un frangente particolare, dal momento che ha visto coincidere una coda pandemica che per fortuna si sta affievolendo con una influenza stagionale particolarmente virulenta», sottolinea il Sottosegretario. Tra le strategie da adottare «urge», secondo Gemmato, «una revisione della Legge 405/2001, in modo da far tornare in convenzionata o in Dpc molti dei farmaci oggi in distribuzione diretta. Un orientamento che sembra prevalere anche tra le associazioni di categoria: Farmindustria, Federfarma, Assofarm, Sifo. Il principio è a mio avviso che in ospedale debbano essere distribuiti solo i farmaci complessi mentre tutto il resto deve passare dal territorio». In questo modo, precisa Gemmato, «si migliora l'accesso al farmaco, la compliance e, in generale, si favorisce la qualità della vita dei cittadini. I risparmi garantiti dalla distribuzione diretta sono in realtà inesistenti, se consideriamo i costi diretti e indiretti e i disagi provocati nei pazienti, anche in termini logistici. Lo ha dimostrato l'indagine parlamentare conoscitiva di cui sono stato il promotore nel corso della precedente legislatura».