
Colmare il gap sull’accesso alla cura e alle terapie che separa l'Italia da altri Paesi come gli Stati Uniti, il Giappone, la Germania, la Francia o il Regno Unito. E, di pari passo, colmare la lacuna legislativa sulla e-health, varando una legge in materia entro un anno e mezzo. Questi gli obiettivi dell'Intergruppo parlamentare Sanità Digitale e Terapie Digitali, presentato al Ministero della Salute. "La pandemia e il Pnrr hanno impresso una grande accelerazione alla digitalizzazione della sanità. La mappatura condotta dal ministero della Salute nel 2021 ha fotografato l'attivazione di 369 esperienze di telemedicina contro i 282 progetti attuati prima della pandemia. Rispetto al 2018 si registra il raddoppio delle esperienze di telemonitoraggio e l'incremento esponenziale delle televisite, ma permangano differenze, anche significative, tra Regioni", ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenendo alla presentazione del documento programmatico dell’Intergruppo parlamentare.
I progetti e le iniziative previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza "sono un'occasione irripetibile, soprattutto per incrementare la diffusione del Fascicolo sanitario elettronico, strumento che secondo una rilevazione del 2020-2021 condotta dall'Osservatorio digitale del Politecnico di Milano è utilizzato solo dal 12% dei cittadini mentre il 62% non ne ha mai sentito parlare". Un gap che "va colmato considerando l'importanza che riveste nella capacità di monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza". In questi anni, sono stati quindi compiuti "grandi passi, ma occorre premere l'acceleratore per essere al passo con le tecnologie e poter disegnare una sanità più moderna, inclusiva e vicina ai cittadini e per garantire elevati standard assistenziali". In particolare, ha concluso Schillaci, "la digitalizzazione delle cure può aiutare soprattutto gli over 65, che nel 2050 rappresenteranno il 35% della popolazione, riducendo i tempi di attesa e i ricorsi spesso impropri ai Pronto Soccorso".