
A causa del rischio di effetti collaterali rari ma invalidanti, di lunga durata e potenzialmente irreversibili, come tendinopatie e rottura dei tendini, l’uso di antibiotici fluorochinolonici “deve essere limitato”. A ribadirlo è il Comitato di farmacovigilanza Prac dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), che si è riunito dal 10 al 12 maggio.
Le restrizioni su questa classe di antibiotici sono state introdotte nel 2019 a seguito di una revisione su una serie di effetti collaterali. Nonostante questo, però, uno studio che ha valutato i dati delle cure primarie in sei Paesi europei tra il 2016 e il 2021 ha rilevato che “le misure adottate per limitare l'uso di questi medicinali hanno avuto un impatto modesto”. Da qui, la decisione dell’EMA di preparare una nota informativa che sarà inviata agli operatori sanitari dell’UE, “per sottolineare la necessità di limitare l’uso di questi farmaci a un trattamento di ultima linea nei pazienti che non hanno opzioni terapeutiche alternative, dopo un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio per i singoli pazienti”.
L'impiego di fluorochinolonici deve essere evitato, in particolare, “per trattare infezioni che possono risolversi senza trattamento o che non sono gravi, per il trattamento di infezioni non batteriche, per prevenire la diarrea del viaggiatore o le infezioni ricorrenti del tratto urinario inferiore, per il trattamento di infezioni batteriche lievi o moderate, a meno che gli altri medicinali antibatterici comunemente raccomandati per queste infezioni non possano essere utilizzati”. Inoltre, questa classe di antibiotici deve essere usata con particolare cautela negli anziani, nei pazienti con malattie renali e in coloro che hanno subito un trapianto, che sono soggetti ad aumentato rischio di danni ai tendini. E dal momento che l’uso di corticosteroidi aumenta questo rischio, “l’uso combinato di questi farmaci con i fluorochinolonici deve essere evitato”.