
Tra le sfide ancora aperte per contrastare il Covid c’è lo sviluppo di vaccini a prova di varianti o in grado di proteggere contro eventuali nuovi coronavirus. A evidenziarlo, nel corso di un incontro con la stampa, è Marco Cavaleri, responsabile della strategia per le minacce sanitarie e i vaccini dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema).
«Siamo in un periodo di transizione. Molti degli sviluppatori che si sono impegnati durante la pandemia stanno ripensando la loro strategia e non sorprenderebbe vedere alcuni di loro uscire dalla corsa» verso nuovi vaccini anti Covid, sottolinea Cavaleri. «Molti sviluppatori stanno lavorando a nuovi vaccini che potrebbero fornire ulteriori vantaggi rispetto a quelli che abbiamo ora», spiega l’esperto riferendosi a una protezione di più lunga durata e ad un impatto sulla trasmissione del virus. Inoltre, prosegue Cavaleri, «c'è un altro livello su cui stanno lavorando alcuni: la preparazione contro nuovi coronavirus, tutto questo con vaccini che potrebbero essere “pan sarbecovirus”, in grado di proteggere da qualsiasi nuovo betacoronavirus che potrebbe fare il salto dal mondo animale agli esseri umani».
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e l'Ema, a proposito di vaccinazione contro il Covid, sottolineano, in una dichiarazione congiunta sull'aggiornamento dei vaccini, che «la vaccinazione tempestiva contro il Covid in vista di una potenziale ondata di casi nell'autunno e nell'inverno 2023 è essenziale per proteggere le persone». E le due organizzazioni fanno sapere che «continueranno a valutare attentamente l'efficacia dei vaccini emergenti e i dati epidemiologici e aggiorneranno di conseguenza le loro raccomandazioni».
Dall’enorme mole di dati raccolti nella vita reale in questi anni di pandemia, intanto, arrivano conferme sulla sicurezza dei vaccini. Georgy Genov, responsabile della Farmacovigilanza dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema), sottolinea che «i dati disponibili confermano il profilo di sicurezza dei vaccini, aggiungendosi alle evidenze degli studi clinici a supporto dell'approvazione». Da quanto emerso dall’analisi di questi dati, «la maggior parte degli effetti collaterali dei vaccini è lieve e di breve durata, mentre gli effetti collaterali gravi sono molto rari, uno su 10.000 vaccinati», sottolinea il funzionario, evidenziando che tra i dati raccolti in Europa e quelli nel resto del mondo, si è arrivati «a un totale di 2,2 milioni di segnalazioni, quasi 4mila ogni giorno, senza considerare le richieste alle aziende di fornire rapporti mensili dettagliati sulla sicurezza dei vaccini». Infine, l’Ema si è adoperata «affinché il pubblico fosse tenuto informato, con 50 aggiornamenti mensili sulla sicurezza», ha concluso Genov, secondo il quale «il sistema di farmacovigilanza ha dimostrato di poter rilevare e gestire rapidamente i problemi emergenti».