
Il 70% delle pazienti con un tumore ovarico scopre la malattia quando è già in fase avanzata, a causa dell’assenza di sintomi specifici e per la mancanza di strumenti di screening efficaci. Tuttavia, migliora la consapevolezza di questa forma di tumore, con il 70% delle donne già a conoscenza della malattia prima della diagnosi, mentre dieci anni fa questa percentuale era appena del 30%. Meno di tre pazienti su dieci, invece, scelgono di curarsi in un centro specializzato, ignorando quanto tale decisione possa fare la differenza nel percorso di cura. Sono alcuni dei dati emersi da un’indagine su oltre 100 pazienti sul territorio nazionale, riportati nel primo Libro bianco sul tema, ‘Cambiamo rotta’, presentato giovedì 14 settembre al ministero della Salute.
Il progetto è stato presentato a pochi giorni dalla Giornata mondiale dei tumori ginecologici, che cade il 20 settembre. L’indagine è stata condotta da Acto Italia e il volume è stato realizzato grazie al contributo di clinici ed esperti e alle testimonianze di 9 donne che raccontano il proprio viaggio lungo il percorso di diagnosi e cura. Il progetto ha visto l’adesione anche delle associazioni Loto, già impegnate insieme a Federfarma in un progetto che punta a sensibilizzare le donne alla conoscenza dei sintomi di questo tumore subdolo.
“Prevenzione, diagnosi precoce e una presa in carico tempestiva e appropriata sono le linee strategiche delineate dal Piano oncologico nazionale 2023-2027, nonché le leve fondamentali su cui puntare con rinnovato impegno, anche cogliendo a pieno le opportunità offerte dalle nuove tecnologie”, ha sottolineato il ministro della Salute Orazio Schillaci intervenendo alla presentazione.