Ddl concorrenza, ok in commissione. Calenda: ora voto rapido in aula
03/08/2016 00:13:09
Scaletta del ddl concorrenza di nuovo scompaginata, ieri, in commissione Industria. Ma stavolta non è finita con un rinvio: in anticipo sulle previsioni, il gruppo di lavoro del Senato ha dato il via libera finale al testo, che ora prende la direzione dell’aula di Palazzo Madama (dove approderà a metà settembre). Risolto prima del previsto, in particolare, lo scoglio del patent linkage: al termine di una riunione pomeridiana con il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il Governo si è espresso a sfavore dell’emendamento che abolisce il meccanismo e abbrevia quindi i tempi per la commercializzazione dei generici. «L'emendamento è stato respinto» commenta alle agenzie il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti «ma in Aula la questione si potrà riprendere, chiarendo ulteriormente cosa si intende per scadenza brevettuale. Anche se» ha concluso «giudichiamo l’attuale normativa assolutamente sufficiente».
Anche per altri rappresentanti del Governo il passaggio in aula dovrà essere per forza rapido: «E’ essenziale arrivare al voto definitivo entro settembre» osserva in una nota il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonio Gentile «l'obiettivo è quello di portare rapidamente a conclusione il disegno di legge». Conferma il ministro Calenda: «La discussione è stata lunga e approfondita» ha detto all’Ansa «e proprio per questo mi aspetto che alla ripresa a settembre l'esame in Aula sia rapido. L'approvazione in tempo utile di questo provvedimento è anche funzionale alla presentazione della nuova legge annuale, su cui lavoreremo nei prossimi mesi».
Soddisfatto anche Luigi Marino (Ap), relatore del ddl in Commissione assieme a Salvatore Tomaselli (Pd): «Alla fine» dichiara a Filodiretto «abbiamo prodotto un buon testo, che viene incontro al consumatore italiano.
E sulle professioni, senatore, qual è il suo giudizio?
Si mette in pista una liberalizzazione che non le mortifica. Nel caso della farmacia, in particolare, si è salvato il principio che si tratta di un servizio essenziale per la collettività, che non andava scardinato ma difeso.
Il confronto tra Commissione e Governo, come lei stesso ebbe modo di dire a Cosmofarma, è stato talvolta aspro…
Quando trattano di temi economici o toccano la sfera del lavoro, le leggi non sono mai facili. Contrapposizioni e asperità le avevamo messe in conto, non solo nella dialettica tra partiti ma anche nella discussione con le parti sociali.
Nel confronto con il Governo, lei ha cercato caparbiamente di inserire nella norma sul capitale in farmacia due paletti, uno sull’estensione delle catene e un altro sulle quote dei soci di capitale. Su quest’ultimo il no del Governo è stato irremovibile. Quali motivazioni sono state addotte?
Dovrebbe andarlo a chiedere al Governo stesso. In ogni caso l’idea di fondo era che non si dovessero mettere limiti alla presenza del capitale. Vediamo a settembre che accadrà in aula, se verranno presentati degli emendamenti e se il Governo vorrà discuterne. (AS)