Barra avanti tutta sulla digitalizzazione, consistenti integrazioni nei capitoli su servizi e distribuzione dei farmaci, riforma della remunerazione confermata. E’ quanto porta in dote ai titolari il nuovo atto d’indirizzo delle Regioni per il rinnovo della convenzione tra Ssn e farmacie, la piattaforma contrattuale che formalmente dà il via alla trattative tra Sisac e sindacati di categoria. Anticipato ieri da
Quotidiano Sanità (ma in una versione che assomiglia parecchio a una bozza, come rivelano alcuni dettagli come l’uso della sigla Ats nel paragrafo sulla ricetta dematerializzata, acronimo da poco in uso nella Lombardia al posto di Asl), il documento è stato approvato il giorno prima dal Comitato di Settore-Sanità delle Regioni e sarà recapitato , ma al momento non risulta ancora recapitato ai sindacati di categoria.
Parecchie le novità rispetto al primo atto d’indirizzo, licenziato dalle Regioni un anno e mezzo fa e poi stoppato dal ministero dell’Economia per problemi di copertura economica. Per averne conferma basta un semplice raffronto testuale: rispetto a quella versione, che misurava grosso modo cinque pagine dattiloscritta, la nuova piattaforma raddoppia quali la lunghezza (nove pagine) inserendo nella struttura del vecchio Atto qualche paragrafo e soprattutto alcuni capitoli del tutto nuovi. Occorreranno analisi più approfondite, ma a una prima veloce lettura spiccano in egual misura novità più e meno gradite.
Nel capitolo relativo alla mission della farmacia, per esempio, è stato quasi completamente riscritto il paragrafo finale, dove ora si afferma che «la rete delle farmacie può costituire uno strumento ulteriore per il governo della spesa nonché per le attività di affiancamento ai servizi territoriali del Ssn. Da ciò ne consegue che dovranno essere definiti requisiti e condizioni affinché l’erogazione nelle farmacie dei servizi aggiuntivi per il Ssn avvenga in modo omogeneo a livello nazionale». Anche nel capitolo che tratta di assistenza farmaceutica emerge da parte delle Regioni la necessità di superare l’attuale frammentarietà delle soluzioni distributive: «per quanto concerne la dpc» recita il testo «l’applicazione di tale modalità distributiva presenta grande disomogeneità sul territorio nazionale. Per superare tale situazione appare necessaria una riflessione complessiva sul sistema di erogazione dei medicinali da parte del Ssn, con l'obiettivo di individuare, per quanto possibile, criteri uniformi sull'intero territorio nazionale. Ciò presuppone che la dpc diventi un servizio essenziale e come tale obbligatorio, garantito da tutte le farmacie oltre alla distribuzione convenzionale». A tal fine, «si ritiene indispensabile definire un elenco unico nazionale dei farmaci da erogare in Distribuzione per conto, che dovrà contenere anche farmaci non ricompresi nel Pht, purché rientrino nei criteri definiti dalla Legge 405, ovvero siano comunemente oggetto di distribuzione in caso di dimissione da ricovero o visita specialistica».
Novità anche in tema di servizi: a parere delle Regioni le farmacie vanno coinvolte su quelle prestazioni che possono avere «reale utilità» per il Ssn ed «essere misurate». Quindi «la dipensazione e la consegna domiciliare di farmaci e dispositivi medici, la dpc, la prenotazione di prestazioni di assistenza sanitaria con la consegna dei relativi referti e la partecipazione ai programmi di screening». Invece, «attività quali la partecipazione alle iniziative di farmacovigilanza e l’aderenza alle terapie mediche possono essere prese in considerazione, purché vengano definiti gli indicatori di processo (numero e tipo di interventi effettuati, incremento delle segnalazioni di farmacovigilanza) e\o di risultato (benefici per il paziente)».
Ma le novità più importanti sono nel capitolo della Sanità digitale, dove si insiste per significativi cambiamenti nei «processi di gestione della spesa farmaceutica». In particolare, il documento getta le basi per la dematerializzazione della dcr, corredata dal «dettaglio della tariffazione effettuata dal farmacista sulla singola ricetta» e integrata con il «Flusso unico di rendicontazione utilizzato per l’invio dell’articolo 50», in modo da ottenere la «quadratura tra totali e singoli valori di ricetta». Allo stesso scopo, andrà previsto «l’utilizzo del Servizio centralizzato del ministero della Salute di controllo e verifica delle targhe del farmaco erogato», in modo da permettere «controlli mirati che aumentano l’efficacia degli accertamenti». (AS)