Sisma, i piani di Federfarma per salvare le farmacie delle zone spopolate
15/12/2016 00:09:03
Con la raccolta fondi che ha consentito di devolvere più di 192mila euro alle farmacie colpite dal doppio sisma del centro-Italia, Federfarma ha messo in campo un impegno encomiabile. Tuttavia, molti titolari di Umbria, Marche e Lazio continuano a soffrire per le conseguenze del sisma e hanno ancora bisogno di aiuto, non solo economico ma anche legislativo. E’ il quadro emerso ieri dall’assemblea nazionale del sindacato, impegnata nella sua ultima seduta dell’anno: da un lato sono stati numerosi gli apprezzamenti e i ringraziamenti per l’esito della raccolta fondi lanciata a settembre dal sindacato e chiusa il 30 novembre scorso, ma dall’altro i delegati delle zone terremotate hanno invitato la Federazione a non abbassare la soglia d’attenzione: «Nel maceratese» ha avvertito per esempio Pasquale D’Avella, presidente di Federfarma Marche «ci sono farmacie che di fatto non lavorano più, perché gli abitanti dei loro paesi sono stati sfollati o evacuati». Lo stesso problema si registra anche nelle province circostanti: ad Amatrice, come rivela a Filodiretto Pierluigi Cortellini, presidente di Federfarma Rieti, i fatturati delle due farmacie si sono ridotti del 40%; a Scheggino, riporta la responsabile rurale di Perugia, Silvia Pagliacci, gli abitanti sono scesi da 500 a 70 e anche se la farmacia del paese non ha subito danni non riesce più a lavorare; a Norcia, dove operano due farmacie, sono stati trasferiti più di 4mila residenti. «In molti paesi gli sfollati non torneranno più» conclude «perché non è rimasto in piedi niente. Per queste farmacie rimanere lì dove sono oggi significa morire».
Di qui l’appello, lanciato in prima battuta da D’Avella, perché titolari e sindacato continuino a far sentire la propria solidarietà. Lo spazio c’è, ha osservato il presidente di Federfarma Enna, Giorgio Scollo, perché la raccolta fondi di Federfarma ha messo assieme una cifra che equivale a circa 10 euro a farmacia: «Possiamo fare di più» ha detto all’assemblea. L’aiuto economico, tuttavia, non può essere l’unica risposta. Servono interventi legislativi che mettano in campo soluzioni strutturali e Federfarma ha già cominciato a muoversi. Tra le ipotesi di lavoro, in particolare, c’è quella di inserire nel ddl piccoli comuni (attualmente all’esame del Senato e dove già sono previsti interventi a favore delle farmacie rurali su dpc e servizi) oppure nel ddl concorrenza (all’interno del quale c’è già una disposizione sul trasferimento delle farmacie sovrannumerarie per spopolamento) un emendamento che consenta alle farmacie delle aree terremotate il trasferimento in una delle nuove sedi sorte con il quorum a 3.300 abitanti e in attesa di assegnazione concorsuale. Il dialogo con le forze politiche – è l’indicazione che arriva dal Consiglio di presidenza di Federfarma – è già stato avviato e si sta ragionando su opportunità e spazi d’intervento, in attesa di aprire un confronto anche con il nuovo governo. Nel quale, ha fatto notare ieri in Assemblea la presidente nazionale, Annarosa Racca, sono stati riconfermati i Ministri con cui erano stati allacciati i rapporti più stabili e proficui: Lorenzin alla Salute, Calenda allo Sviluppo economico, Padoan all’Economia, Costa agli Affari regionali. «Resta valida» ha concluso «la scelta di Federfarma di lavorare in stretta sinergia con il precedente Governo e con la maggioranza che sostiene anche l’attuale». (AS)