«Prima o poi questo Paese capirà che i mali che l’affliggono non arrivano dalla farmacia o dall’industria del farmaco. Le Regioni in questi giorni stanno cercando di far passare un’altra volta questo messaggio, ma noi cercheremo di impedirglielo». Lo sfogo è del presidente di Farmindustria,
Massimo Scaccabarozzi, ed è giusto partire da qui per raccontare la prima giornata di
Cosmofarma Exhibition, inaugurata ieri a Bologna alla presenza del sottosegretario allo sviluppo
Simona Vicari. Perché esemplifica lo stato d’animo con cui la filiera è confluita nel capoluogo emiliano, dopo gli ultimi aggiornamenti dalla Conferenza Stato-Regioni sulle misure che potrebbero colpire la farmaceutica.
Forti segnali di insofferenza nei confronti di una politica che sul farmaco pensa soltanto a tagliare, così, sono arrivati già dal primo evento del cartellone di ieri, la tavola rotonda su farmaci innovativi e sostenibilità organizzata da Farmindustria in collaborazione con
Federfarma. «La negoziazione dei prezzi per i nuovi farmaci» ha detto l’economista
Fabio Pammolli, presidente del Cerm «deve abbracciare nuovi modelli che riescano a misurare il valore terapeutico dell’innovazione. E’ necessario che le valutazioni sull’impatto economico di una nuova molecola comincino a “scontare” i risparmi che questa stessa molecola assicura nel tempo alla spesa sanitaria complessiva, perché in caso contrario non ci sarà Regione a cui converrà somministrare un farmaco innovativo».
Il riferimento è soprattutto al sofosbuvir, il farmaco contro l’epatite C da poco in commercio: «Sappiamo che se il farmaco fosse usato su pazienti che si trovano a uno stadio ancora precoce della malattia, il Servizio sanitario eviterebbe i costi della loro medicalizzazione» ha osservato
Massimo Colombo, docente di gastroenterologia all’università di Milano «ma non siamo in grado di quantificare adeguatamente tale risparmio perché finora, a causa dei costi, si è scelto di somministrare il prodotto soltanto ai malati in fase più avanzata, per i quali la medicalizzazione è già in corso e quindi non c’è spesa evitabile da aggredire».
Parrebbe un copione da teatro dell’assurdo, è soltanto un altro dei paradossi del federalismo: «Nel caso del sofosbuvir» ha detto il vicepresidente di Farmindustria,
Emilio Stefanelli «se si considerano costi evitati ed evitabili da una parte e prezzo dall’altra, il saldo sarebbe certamente positivo. Il fatto è che in questo Paese va cambiata la governance della rimborsabilità. Basti vedere quello che sta accadendo con il Fondo sanitario 2015: dal ridimensionamento del budget la farmaceutica perde 310 milioni, il che significherà per le aziende payback garantito sulla spesa ospedaliera di quest’anno. Poi, di punto in bianco, saltano fuori tagli per altri 200 milioni dalla revisione del Prontuario. Che nei fatti sarà una sorta di tagliola diretta a costringere le aziende ad abbassare il prezzo dei loro prodotti di un 40%, oppure uscire dalla rimborsabilità. Il nostro augurio è che il Governo dica no a questa visione delle Regioni». «Se lasciamo la gestione della spesa a un ragioniere di qualche Regione» ha aggiunto ancora Pammolli «non andremo da nessuna parte». «Potessimo abolire le Regioni» ha rincarato Colombo «avremmo risolto gran parte dei nostri problemi. Solo un sistema di governance centralizzato può assicurare la giusta severità sull’appropriatezza».
Un sistema, ha ricordato la presidente di Federfarma,
Annarosa Racca, in cui le farmacie possono dare un contributo importante: «Il sofosbuvir potrebbe essere dispensato fin da oggi nelle farmacie del territorio» ha detto «perché siamo già strutturati per lavorare sul monitoraggio delle terapie e sulla loro aderenza. Non si può continuare a tagliare sempre e solo sulla farmaceutica territoriale, sarebbe ora che cominciassero a razionalizzare dove c’è spreco, come aveva detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nei giorni scorsi». «Va detto grazie al Ministero» ha ripreso Stefanelli «che sugli innovativi ha istituito un fondo a parte escluso dai tetti».
La sintesi è giunta in serata dal presidente Scaccabarozzi, insignito del premio
Farmacista dell’anno (per il suo impegno a favore delle farmacie e dell'unità del comparto) nella serata di gala che ha chiuso il primo giorno di Cosmofarma: «Siamo una filiera e quindi dobbiamo pensare come una filiera» ha detto ringraziando «è indispensabile reagire al tentativo delle Regioni di farci passare un’altra volta per quelli che fanno sfondare la spesa sanitaria». (AS)