Sanità sempre più pesante. Per le famiglie meno abbienti così come per le Regioni. Lo dicono Istat e Consiglio nazionale delle ricerche, dai quali arrivano a breve distanza tra loro due analisi che misurano la crescente insostenibilità del sistema sanitario, per il pubblico come per il privato. Il primo intervento è quello dell’Istituto nazionale di statistica, che con il suo presidente Enrico Giovannini (tra i papabili per un ministero in un eventuale governo Letta) è stato ascoltato ieri dalla commissione speciale delle due Camere sul Def, il Documento di economia e finanza. Nella sua relazione, Giovannini ha lanciato l’allarme sugli effetti della crisi tra i ceti più deboli: in quel 10% di italiani che si contraddistingue per la spesa mensile più bassa (in media 987 euro), sette famiglie su dieci hanno dovuto eliminare «le spese per visite mediche, analisi cliniche ed esami radiologici, mantenendo quella – incomprimibile – per i medicinali».
Se invece si sposta l’osservazione sui ceti superiori, l’impressione è che questa parte di popolazione riesca a reggere anche se con fatica crescente. Tra il 1997 e il 2011, per esempio, la spesa sostenuta mensilmente per la salute dalle famiglie della classe media è diminuita in termini percentuali di appena lo 0,3% (dal 4 al 3,7%) ma in termini assoluti è aumentata: facevano poco più di 66 euro al mese nel ’97, sono circa 77 quindici anni dopo. Differenze ancora maggiori tra i ceti più abbienti: in quello che la statistica chiama “ultimo decile” (il 10% di famiglie dalla spesa più elevata), nel ’97 le famiglie davano alla sanità circa 200 euro al mese (il 4,2%), oggi ne vanno 220 (due decimi in meno).
Oneri sempre più pesanti anche per le Regioni, che devono anche fare i conti con i tagli del governo centrale. In questo caso l’allarme arriva dal Cnr, che attraverso l’Issirfa – l'Istituto di studi sui sistemi regionali federali e sulle autonomie – ha appena pubblicato il Rapporto sulle autonomie per il 2012. La previsione degli esperti, in sostanza, è che assicurare a tutti gli italiani i Livelli essenziali di assistenza (lea, tra i quali l’assistenza farmaceutica) diventerà sempre più difficile anche per le Regioni messe meglio in quanto a governo del sistema e disponibilità di risorse. I tagli della spending review e i paletti al fondo sanitario nazionale, poi, renderanno ancora più ostico il rientro dal deficit a quelle amministrazioni che sono sotto piano di rientro. E intaccheranno ulteriormente il diritto alla salute. (AS)