Calabria e Liguria spingono su di un altro gradino la digitalizzazione delle ricette Ssn, che a luglio toccano un nuovo record con il 77% delle prescrizioni “paperless”. E’ quanto riportano le ultime rilevazioni di Promofarma, la società di servizi informatici di Federfarma: rispetto alla verifica precedente, risalente a marzo, la quota di ricette dematerializzate sul totale cresce di un altro punto e mezzo circa (dal 75,3 al 76,9%), grazie principalmente a due regioni: la Liguria, che compie un balzo in avanti di oltre il 10%, e soprattutto la Calabria, che cresce di 26 punti abbondanti (vedi tabella, clic per ingrandire in una nuova finestra). In quest’ultimo caso la progressione è conseguenza dell’intesa firmata a luglio da Regione e medici di famiglia, che ha consentito ai mmg di recuperare arretrati e incentivi all’informatizzazione (le farmacie avevano già pattuito le proprie condizioni a marzo). Risolte le pendenze, i generalisti hanno cominciato a prescrivere

su ricetta digitale e nei mesi a venire la quota calabrese di ricette “dem” dovrebbe ulteriormente crescere. Stesse dinamiche in Liguria, dove i medici hanno cominciato a prescrivere digitale in modo sempre più convinto dopo aver risolto le loro lagnanze con la Regione.
Con la partenza calabrese, l’unica parte dello Stivale dove di fatto la dematerializzazione resta ancora al palo è la Provincia autonoma di Bolzano, che a luglio ha prodotto ricette “paperless” per appena il 2,6% del totale. Il fatto è che in Alto Adige la digitalizzazione è partita ufficialmente solo nel giugno scorso, e per di più con un percorso a tappe non proprio fulmineo: per ora sono partiti soltanto i medici ospedalieri (generalisti e pediatri, 349 in tutto, si aggregheranno in seguito) e per di più in due comprensori soltanto, Brunico e Bressanone.
La falsa partenza altoatesina ha la sua rilevanza, perché le Regioni avrebbero da raggiungere entro fine anno il traguardo del 90% di ricette “dem”, fissato dall’Agenda digitale per l’e-health sanitario. Un obiettivo alla portata ma per il quale servirà un ulteriore e consistente sforzo, dato che nelle Regioni dove la dematerializzazione è ormai matura i progressi si fanno sempre più marginali (o addirittura si registra qualche lieve passo indietro, come nel caso della Toscana o del Trentino). «Se si considera che in un anno si producono circa 600 milioni di ricette e che ognuna costa al Poligrafico 40 centesimi solo per carta e stampa» ha commentato all’Ansa il direttore generale di Promofarma, Daniele D’Angelo «centrare il traguardo del 90% significa garantire al Ssn risparmi per almeno 250 milioni di euro». «La ricetta digitale» aggiunge la presidente di Federfarma, Annarosa Racca «non dà vantaggi solo al Servizio sanitario ma anche ai cittadini, perché consente loro di andare in qualsiasi farmacia del territorio nazionale e ricevere il farmaco prescritto a prescindere dalla regione di residenza. Spesso la gente ancora non lo sa». (AS)