Ancora un paio di settimane e le farmacie del territorio potranno cominciare ad applicare la nuova Tariffa nazionale dei medicinali e i nuovi diritti addizionali per servizio notturno e diurno. L’altro ieri, infatti, è uscito sulla Gazzetta ufficiale il decreto ministeriale del 22 settembre scorso, che ratifica la revisione tariffaria concertata quest’estate da dicastero della Salute e organizzazioni della farmacia e dei farmacisti (Federfarma, Fofi, Assofarm, Farmacieunite, Utifar, Sifap e Asfi). L’aggiornamento che ne scaturisce – in vigore dal prossimo 9 novembre – si rivela particolarmente innovativo perché riorganizza radicalmente la struttura della Tariffa: oltre ad aggiornare il prezzo delle materie prime, infatti, aggancia la remunerazione del farmacista preparatore alla sua attività professionale anziché a un mero ricarico.
Ministero e organizzazioni della professione, in altre parole, hanno condotto in tre mesi un lavoro solido e ineccepibile, tanto che – si fa notare negli ambienti di Federfarma – il decreto ha superato senza colpo ferire il vaglio di legittimità della Corte dei conti. «L’aggiornamento della Tariffa è un importante risultato, che costituiva una priorità nell’agenda dei nuovi vertici del sindacato» commenta il presidente nazionale della Federazione, Marco Cossolo «per conseguirlo abbiamo lavorato assiduamente sin dai primi giorni del nostro insediamento a fine maggio. Per la farmacia allestire le preparazioni torna a essere economicamente sostenibile, per il cittadino ridiventa facile accedere a cure personalizzate. Altro aspetto importante è la possibilità di sconfezionamento da parte della farmacia, che permette di soddisfare un maggior numero di esigenze».
Nella nota 3 dell’Allegato B, infatti, il decreto stabilisce che «qualora sia necessario o espressamente richiesto dal medico ricorrere allo sconfezionamento di un medicinale industriale, questo si considera come un componente della relativa forma farmaceutica allestita. Sulla ricetta o sul foglio di lavorazione si indica nome, lotto e data di scadenza del medicinale utilizzato che, esaurito o meno, si consegna all’utente unitamente al foglietto illustrativo». La disposizione, già avvallata da numerosi interventi del giudice amministrativo, amplia le possibilità del farmacista preparatore, contribuendo in misura significativa alla personalizzazione delle terapie. «Abbiamo perseguito per anni questa riforma, che va a riconoscere la professionalità del farmacista e le sue competenze di specialista del farmaco» osserva il presidente della Fofi senatore Andrea Mandelli «è un risultato che premia anche il metodo perseguito costantemente dalla Federazione: cercare la collaborazione e la condivisione degli obiettivi tra tutte le componenti professionali».
Tra le novità di maggiore interesse, c’è quella della riorganizzazione dei cosiddetti diritti addizionali: la dispensazione di un farmaco con o senza obbligo di ricetta nelle ore notturne, a battenti chiusi o a chiamata, comporta un’addizionale di 7,50 euro, che salgono a 10 per le farmacie rurali sussidiate; la dispensazione nel turno di giorno, sempre a battenti chiusi o a chiamata, vale invece un diritto aggiuntivo di 4 euro, ma soltanto per le sussidiate perché tutte le altre farmacie sono escluse. (AS)