Farmaci e Farmacie
Farmacie rurali: indagine UNC
Farmacie rurali: Indagine UNC sottolinea i rischi della liberalizzazione
Maggio 2011
‘Permettere ai corner dei supermercati e alle parafarmacie di vendere anche i farmaci con ricetta medica significherebbe stravolgere il sistema attuale e privare della farmacia gli abitanti dei piccoli centri, mentre l’indagine presentata dall’Unione Nazionale Consumatori indica che i cittadini vogliono, e oggi hanno, la farmacia dove serve - afferma il presidente di Federfarma Nazionale Annarosa Racca, commentando l’indagine ‘Processi di liberalizzazione e funzioni di utilità sociale: il caso delle farmacie rurali’ presentata questa mattina a Roma dall’Unione Nazionale Consumatori.
‘Oggi – continua Annarosa Racca - il titolare di una piccola farmacia fa mille sacrifici, pur di maturare un punteggio per poter vincere, a concorso, una sede migliore. Chi potrebbe costringerlo a continuare a rimanere lì, a garantire il servizio, sapendo che potrebbe aprire un esercizio farmaceutico in un grande centro urbano ed essere presto equiparato a una farmacia vera e propria? In quel caso gli abitanti dei piccoli centri, e in particolare gli anziani, rimarrebbero senza farmacia’.
‘Si parla tanto dei problemi delle parafarmacie, esercizi collocati nelle zone commercialmente più redditizie e di proprietà, per la maggior parte, di società di capitale o di gruppi commerciali – osserva Alfredo Orlandi, presidente Sunifar (farmacie rurali) - Nessuno sembra preoccuparsi dei cittadini delle zone rurali e, in particolare, di quel milione e trecentomila persone che abita nei 2.000 comuni con meno di 1.500 abitanti che, in caso di liberalizzazione, rimarrebbe senza farmacia. Questo perché i titolari delle piccole farmacie rurali, che oggi garantiscono il servizio con grande sacrificio, 24 ore su 24, di notte e nei giorni di festa, in caso di liberalizzazione sarebbero i primi ad andarsene, per trasferirsi nelle zone più ricche e tenere aperto solo negli orari più redditizi’.
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